
Un’analisi a cura dell’Avvocato Massimo Fabio
Partner, Head of International Trade & Customs, KPMG
Il 27 luglio 2025, l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo politico in materia di dazi commerciali, segnando un momento cruciale per il futuro delle relazioni economiche tra i due Paesi.
L’intesa, annunciata congiuntamente dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, prevede l’introduzione di un tetto tariffario del 15% su quasi tutte le esportazioni unionali verso il mercato americano. L’accordo rappresenterebbe una svolta nella gestione dei rapporti doganali tra le due sponde dell’Atlantico e inaugura una nuova fase di stabilità e prevedibilità, pur con margini di incertezza ancora da chiarire nei negoziati.
Integrazione con dazi precedenti
La percentuale sui dazi, si applicherà alla maggior parte dei beni attualmente soggetti a dazi reciproci. Più in particolare, la aliquota ora identificata è destinata ad assorbire le precedenti inferiori tariffe, senza però applicare alcun cumulo. Per i dazi in vigore, già superiori al 15%, resterà applicato il livello più elevato, senza alcuna sovrapposizione di tariffe.
Una delle questioni più delicate trattate nell’accordo riguarda i prodotti farmaceutici e i semiconduttori. Infatti, per motivi di sicurezza nazionale, Washington valutava l’introduzione di dazi superiori al 200%. Tuttavia, la Commissione Europea ha confermato che il tetto del 15% dovrebbe trovare applicazione anche a questi prodotti, inclusi quelli che, all’esito delle investigazioni in corso, dovessero essere assoggettati ad un dazio specifico ai sensi della Section 232. Fino a quando gli Stati Uniti non decideranno se imporre dazi aggiuntivi su questi prodotti ai sensi della Sezione 232, essi resteranno soggetti esclusivamente ai dazi statunitensi ordinari (MFN).
Dazi e settori produttivi strategici
Ovviamente, l’accordo non poteva che prevedere anche un trattamento preferenziale per alcuni settori strategici. Infatti, gli Stati Uniti ripristineranno i dazi su aeromobili e relativi componenti, farmaci generici, alcune sostanze chimiche e risorse naturali ai livelli precedenti al gennaio 2025, riportando quindi le importazioni di tali prodotti a dazio zero.
Si tratta di una misura che mira a tutelare filiere industriali europee ad alta intensità tecnologica, molte delle quali profondamente integrate con il mercato americano. Secondo quanto annunciato negli ultimi giorni, potrebbe restare in vigore il dazio al 50%, previsto ai sensi della Section 232 sulle importazioni di acciaio, alluminio e prodotti derivati.
A tale ultimo riguardo, tuttavia, è allo studio la possibilità di sostituire il dazio ad valorem con un sistema di contingenti tariffari (tariff quotas).
Rilevanti interventi sono stati apportati anche al settore automotive. I primi negoziati hanno portato ad un’applicazione di un dazio parti al 15 % per automobili e componenti, con la sopressione del precedente dazio al 25%.
Apertura del mercato UE
Sul versante europeo l’accordo comporta un’apertura selettiva ma significativa al mercato statunitense. Infatti, l’Unione si è impegnata a eliminare le residue tariffe industriali ancora applicate ai beni di origine statunitense, peraltro già molto contenute. Inoltre, è stato concordato un accesso rafforzato per determinati prodotti agricoli e ittici statunitensi, come
olio di soia, semi da piantagione, frutta secca, salmone del Pacifico e gamberetti.
Tale accesso sarà regolato attraverso quote tariffarie prestabilite e si stima che comporterà un ingente risparmio annuo complessivo per consumatori e imprese europee. Ulteriori capitoli dell’accordo riguardano la cooperazione su standard tecnici e sanitari, la promozione del commercio digitale e il rafforzamento della sicurezza economica. Su questo specifico profilo, l’UE ha confermato che non introdurrà tasse sull’utilizzo delle reti e che verranno mantenuti dazi doganali pari a zero sulle trasmissioni elettroniche. In merito a tali servizi, infatti, le parti collaboreranno per facilitare il mutuo riconoscimento delle valutazioni di conformità nei settori industriali e per ridurre gli ostacoli non tariffari.
Più onerosa appare l’intesa nel settore energetico. L’UE si è, infatti, impegnata ad acquistare entro il 2028 prodotti energetici statunitensi – gas naturale liquefatto, petrolio e materiali per il nucleare – per un valore complessivo stimato di 750 miliardi di dollari, a cui si deve altresì aggiungere l’acquisto, nei prossimi tre anni, di microchip per l’intelligenza artificiale prodotti negli Stati Uniti per un valore di 40 miliardi di euro.
Applicazione dell’accordo USA-UE
Va, tuttavia, sottolineato che l’intesa del 27 luglio ha natura esclusivamente politica e non è giuridicamente vincolante. La Commissione Europea ha specificato che eventuali modifiche alla politica doganale dell’Unione dovranno essere formalmente adottate dal Consiglio UE, secondo le procedure previste dal diritto comunitario. Soltanto nelle prossime settimane, con il proseguire dei negoziati, si potrà redigere l’accordo e dare piena attuazione di quanto al suo interno riportato, inclusi i criteri di esecuzione e le modalità di attuazione dei dazi.
In ogni caso e indipendentemente dalla magnitudo delle aliquote che verranno applicate, è ormai indispensabile per le imprese UE definire un nuovo modello di delivery per cogliere i benefici di tutte le soluzioni offerte dalle due giurisdizioni per mitigare l’impatto dei dazi. Le aree di intervento maggiormente rilevanti sono rappresentate dall’origine e dal valore doganale. Adeguati interventi di pianificazione, consentiranno di attenuare l’onere daziario complessivo, sostenendo la competitività dei prodotto unionali nel mercato USA.
Pianificazione doganale
In ogni caso e indipendentemente dalla magnitudo delle aliquote che verranno applicate, è ormai indispensabile per le imprese UE definire un nuovo modello di delivery per cogliere i benefici di tutte le soluzioni offerte dalle due giurisdizioni per mitigare l’impatto dei dazi. Le aree di intervento maggiormente rilevanti sono rappresentate dall’origine e dal valore doganale. Adeguati interventi di pianificazione, consentiranno di attenuare l’onere daziario complessivo, sostenendo la competitività dei prodotto unionali nel mercato USA.